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2021-12-27 01:02:09 By : Mr. Skycut Lee

Beni per circa due milioni di euro sono stati confiscati dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria a Vincenzo Pesce, di 69 anni, ritenuto un esponente di spicco dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta egemone a Rosarno.

Il provvedimento è stato eseguito da personale della Dia di Reggio Calabria coordinato dal procuratore Giovanni Bombardieri.

A poco più di un anno dal sequestro, i giudici hanno deciso per la confisca di due società riconducibili a Pesce e operanti nel settore costruzioni di edifici e smaltimento rifiuti solidi non pericolosi. Oltre ai rapporti finanziari aziendali, sono stati confiscati anche 8 immobili, tra cui un capannone con uffici aziendali di rilevanti dimensioni e diversi terreni agricoli, 10 beni mobili registrati di cospicuo valore aziendale, tra cui diverse macchine operatrici semoventi, un rimorchio, un semirimorchio, diversi autocarri e una autovettura.

    Già condannato per associazione a delinquere nel 1994 e per associazione a delinquere di stampo mafioso nel 1996, Vincenzo Pesce detto “Sciorta” è attualmente detenuto per la condanna subita in appello nel 2018 nel processo “Ndrangheta Banking” e diventata definitiva nel 2019. Sta scontando 4 anni di reclusione per trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante di aver agevolato la ‘ndrangheta. Si trattava di un’impresa che Pesce avrebbe intestato a un prestanome per scongiurare eventuali sequestri. La stessa impresa che poi era riuscita ad ottenere un appalto indetto dal Comune di Rosarno relativo ai lavori di manutenzione delle strade per un importo di 40mila euro. Per la confisca, la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ha tenuto conto della pericolosità sociale “qualificata” di Vincenzo Pesce ritenuto un “soggetto partecipe alle cosche di ‘ndrangheta operanti del mandamento tirrenico reggino nonché consapevole di agevolarle”. (ANSA).

E’ stato un incontro partecipato e propositivo quello che, ieri pomeriggio, si è tenuto nei locali dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio tra il presidente Andrea Agostinelli e il sottosegretario di Stato per il Sud e la Coesione territoriale, on. Dalila Nesci, insieme ai vertici di Confindustria Vibo Valentia.

Al centro della riunione l’interesse degli industriali vibonesi ad aprire un dialogo diretto con il presidente Agostinelli, al fine di poter contribuire, attraverso idee progettuali, allo sviluppo del territorio.

Nel corso dell’incontro, particolare attenzione è stata rivolta alla pianificazione dello sviluppo dello scalo di Vibo Valentia. Nello specifico, si è parlato dei lavori di “Risanamento e consolidamento delle banchine portuali Pola, Tripoli, Papandrea e Buccarelli”, di cui ieri è stato firmato il decreto di progettualità esecutiva, in attesa che la Regione Calabria trasferisca all’Ente la disponibilità dell’investimento di 18 milioni di euro, concesso attraverso il Fondo Coesione e Sviluppo.

Attraverso la pianificazione di questi lavori, l’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio punta, in primo luogo, alla messa in sicurezza delle sue banchine e, così, al ripristino della capacità operativa dell’intera infrastruttura portuale.

Complessivamente, nell’illustrare la programmazione dell’Ente a sostegno dello sviluppo dello scalo, Agostinelli ha evidenziato la volontà di rilanciale l’infrastruttura portuale e di assicurare la diversa destinazione d’uso delle banchine, affinché possa concretamente essere al servizio sia delle attività commerciali e industriali ma anche diportistiche e da crociera.

Stessa attenzione è stata rivolta al porto di Gioia Tauro, considerato dagli industriali vibonesi la porta di ingresso al mercato internazionale, attraverso la quale le attività produttive calabresi raggiungono il mercato globale. In particolare, il presidente Agostinelli si è detto disponibile ad avviare un confronto diretto con il Terminalista affinché si possano creare le condizioni di una più proficua cooperazione tra porto e territorio regionale.

A conclusione dell’incontro, gli industriali vibonesi hanno invitato il presidente Agostinelli e il Sottosegretario Nesci ad approfondire le diverse progettualità, attraverso anche una dettagliata proposta di sviluppo redatta da Confindustria Vibo Valentia, direttamente sul territorio, in occasione di un sopralluogo in porto a Vibo Valentia ad inizio anno.

Particolarmente soddisfatta si è manifestata il Sottosegretario di Stato, on. Danila Nesci, promotrice dell’incontro al fine di offrire supporto concreto ai protagonisti dello sviluppo economico del Vibonese e della Calabria.

Nel contempo, Agostinelli ha dato piena disponibilità in merito alla condivisione di progetti di riqualificazione e di sviluppo dello scalo, per assicurare ulteriore attenzione all’infrastruttura portuale e al territorio che la ospita.

Da Confindustria Vibo Valentia, all’incontro hanno preso parte il presidente Rocco Colacchio, Francesca Marino, presidente Sezione Metalmeccanica ed Enrico Mangialardo, Plant Manager Baker Hughes Bari, Alfonso Maiolo, presidente Comitato Piccola Industria, Concetta Greco, delegata Sezione Turismo ed il direttore Anselmo Pungitore.

Entra in vigore da mercoledì 22 dicembre 2021 l’ordinanza che dispone il divieto di utilizzare petardi e artifici pirotecnici di vario genere durante le festività natalizie e in modo particolare nella notte di Capodanno. La misura, spiega il Vicesindaco, Paolo Brunetti, “resterà in vigore fino al 9 gennaio 2022 e ha l’obiettivo di evitare che si verifichino incidenti e danni alle persone a causa dell’utilizzo improprio e del malfunzionamento di questi materiali esplosivi. E’ importante, inoltre, tutelare gli animali domestici che, come sappiamo, possono avere gravi conseguenze dal forte rumore che in queste circostanze viene prodotto senza dimenticare, peraltro, anche la doverosa tutela dell’ambiente e quindi della salute collettiva in ragione dell’incremento delle polveri sottili e di altre sostanze dannose che viene provocato dall’utilizzo di questi materiali pirotecnici. In linea generale, – evidenzia il Vicesindaco Brunetti – l’auspicio e la forte raccomandazione che l’amministrazione comunale rivolge alla cittadinanza, è quella di vivere questi giorni di festa e riposo con attenzione e senso di responsabilità, anche alla luce del difficile momento storico che stiamo vivendo e che ci vede tutti impegnati nella dura battaglia contro il Covid e nel rispetto delle connesse misure di protezione dal rischio di diffusione del contagio che siamo chiamati ad osservare”.

Nel dettaglio l’ordinanza dispone a partire dalle ore 6.00 del 22 dicembre 2021 e sino alle ore 24.00 del 9 gennaio 2022:

quelli appartenenti alla nuova categoria “V”, gruppi D ed E (ad eccezione di eventuali spettacoli autorizzati dei professionisti di cui all’articolo 4 del Decreto Legislativo 4 aprile 2010, n. 58), nel raggio di 50 metri dai seguenti luoghi pubblici:

– Aree a verde e parchi pubblici;

– Chiese in occasione delle Sante Messe di Natale e Capodanno;

http://www.reggiocal.it/on-line/Home/Notizie/articolo111033.html

Impegno, servizio e sacrificio per la città. Sono questi i presupposti che hanno spinto il neo consigliere Gianluca Califano ad accettare un ruolo che oggi appare sempre più amletico.

“Mi preme salutare la città da neo-consigliere comunale e offrire alla stessa il massimo impegno, per dare tutto me stesso – sottolinea in una nota Califano- soprattutto per dire basta a questa teatralità fine a se stessa. Ci vogliono nuove idee per favorire lo sviluppo di questo territorio e per non cadere in quel dilettantismo che spesso ha rovinato quella politica che deve basarsi sul senso di responsabilità”.

Il rappresentante di “Coraggio Italia” accoglie di buon grado l’invito fatto dal Sindaco F.F. Brunetti evidenziando come, in questo periodo storico, bisogna attuare un’azione politica bipartisan “per pensare alla città e per questo l’invito è rivolto anche ai cittadini che devono avere rispetto del bene comune. Io sono dalla parte del popolo e mi sta a cuore il bene di Reggio, contro ogni interesse personale”.

“Abbiamo problemi gravi e i cittadini meritano rispetto – prosegue Califano- paghiamo tasse salate senza avere servizi, pertanto dovremo cercare tutti insieme di migliorare. La mancanza di acqua nelle case e il problema dell’immondizia, insieme ai servizi essenziali, sono le priorità da risolvere nella maniera più immediata possibile”.

Uno sguardo al presente senza però dimenticare il futuro, anche in vista dei prossimi appuntamenti finanziari come i Piani Urbani Integrati (PNRR).

Secondo Califano è il momento di osare proponendo soluzioni innovative “per risolvere l’annoso problema delle buche, proponendo l’installazione di strade in plastica. Non sto parlando di un’utopia, ma di qualcosa di fattibile e risolutivo: la messa in opera di blocchi in grafene e plastica interamente riciclabile, per favorire l’impatto ambientale e dire addio a questa criticità. Questi modelli di carreggiata resistono anche alle alte temperature e fungono persino da serbatoio di acqua piovana, risolvendo anche i problemi delle pozze d’acqua e dell’approvvigionamento idrico. Un numero crescente di studi ha dimostrato che le strade realizzate con questo tipo di asfalti hanno il potenziale migliore rispetto a quelle tradizionali. Sarà mio impegno proporre questa idea negli enti preposti”.

Numerosi sono quindi i problemi che affliggono la città, secondo il neo consigliere, che ora devono trovare un punto di svolta in quel senso di responsabilità spesso troppo osannato, ma mai attuato e che “può rappresentare la giusta ricetta per salvare Reggio e rendere orgogliosi i nostri concittadini. Ho tante idee che vorrei mettere in pratica per la mia città, che deve smettere di regredire, ma finalmente guardare oltre”.

In conclusione, Gianluca Califano sottolinea la necessità di creare un clima più distensivo per il bene stesso della comunità. “Vedo solo articoli belligeranti, ma Reggio non ha più bisogno di guerre fratricide. È giunto il momento di fare pace con il passato e di pensare a quel bene pubblico che necessita in questa città sempre più bistratta”.

Continua in questi giorni l’azione politica di Coraggio Italia Reggio Calabria.

Attraverso il coordinatore provinciale e consigliere comunale Massimo Ripepi, ‘Coraggio Italia’ insiste nel chiedere chiarimenti al sindaco facente funzioni e all’assessore competente sulla vicenda “Miramare”.

L’obiettivo è che «forniscano  – evidenzia Ripepi –  riferimenti e documentazione utile e dettagliata volta a conoscere lo stato attuale della gestione con riferimento alle spese sostenute ed all’eventuale mancato introito per l’utilizzo e/o la concessione in godimento, a vario titolo».

L’interrogazione presentata oggi al consiglio comunale mira in particolare, ad accertare e comprendere le eventuali conseguenze sulle casse comunali e sui cittadini, «ormai vittime inconsapevoli di questo modus operandi dell’attuale Amministrazione», aggiunge il coordinatore provinciale di ‘Coraggio Italia’.

Il documento infatti punta a sapere «quali siano gli oneri, costi e spese sostenuti dal Comune a seguito dell’assegnazione della concessione d’uso del Miramare all’associazione “Il Sottoscala”, compresa la valutazione del mancato guadagno derivante dall’eventuale concessione onerosa del bene immobile e sue pertinenze, nonché al fine di conoscere tutti i costi, nessuno escluso, eventualmente sostenuti dal Comune per consentire l’uso da parte di terzi dello stesso bene immobile compreso l’utilizzo di servizi ed impianti che hanno reso agibile l’intero immobile assegnato».

«Si tratta di legittime richieste –  insiste Ripepi – che non potranno essere ignorate da una classe politica reggina sempre più in difficoltà e che non ammette il suo totale fallimento. Reggio Calabria nelle ultime posizioni come qualità della vita, secondo la nota indagine della redazione del IlSole24ore, dimostra la totale incapacità amministrativa.

Attendiamo adesso, come da Regolamento,  una risposta scritta entro 15 giorni».

Come previsto, infatti, dall’articolo 43, comma 8,  del Regolamento per l’Organizzazione e il Funzionamento del consiglio comunale, all’interrogazione bisogna dare tempestiva risposta scritta entro 15 giorni dalla sua presentazione.

«Tutta la città attende soluzioni  – conclude Ripepi -, ma siamo di fronte ad un muro di gomma.

Manca un progetto e una visione di rilancio dell’intero territorio e l’Amministrazione non riesce a garantire neanche i servizi essenziali. Occorrono urgenti riscontri ed azioni finalizzate al rilancio.

La nostra azione politica si basa sulla concretezza e sulla difesa del territorio.   Vogliamo e dobbiamo dare risposte concrete ai cittadini».

Il Sindaco ff Versace: «Massima apertura per questione vitale. Ogni attore istituzionale si impegni concretamente». Il consigliere delegato Fuda su Melicuccà: «La Regione delimiti l’area di salvaguardia della sorgente Vina. Si proceda con la bonifica della vecchia discarica».

Si è tenuta, questa mattina negli uffici di Palazzo Alvaro, una riunione per mantenere alta l’attenzione sul tema della gestione del ciclo integrato dei rifiuti della Città Metropolitana ed in particolare dell’impianto di destinazione finale di Melicuccà.

Sulla vicenda, hanno discusso il vicesindaco metropolitano Carmelo Versace ed i consiglieri  Salvatore Fuda, Giuseppe Ranuccio, Giuseppe Sera, Giuseppe Giordano, Domenico Mantegna e Giovanni Latella.

Al termine dei lavori, il delegato all’Ambiente, Salvatore Fuda, ha parlato di un confronto «altamente proficuo», aggiornando gli intervenuti sui progressi e sullo stato di avanzamento dei lavori, sia tecnici che politici, relativi ad una «questione fondamentale per i nostri territori».

In particolare, sull’impianto di Melicuccà, Fuda ha ricordato come «la Città Metropolitana, ad un recente vertice con la Regione, abbia chiesto l’avvio del processo di delimitazione definitiva dell’area di salvaguardia così come la legge prevede».

«Un punto nodale – ha detto il consigliere metropolitano – è, infatti, rappresentato dall’inizio dell’iter che possa formalizzare, una volta per tutte, il perimetro di rispetto della sorgente Vina perché, al centro, c’è sempre la tutela della salute dei cittadini» .  Proprio in questo senso, è stata anche espressa «la necessità, impellente e ribadita con forza, di accelerare le fasi di bonifica della vecchia discarica che insiste nella medesima area».

«Questi due – ha concluso Fuda – sono i pilastri fondamentali della nostra azione politico-amministrativa e continuiamo su questa strada, sempre mettendo in prima linea la tutela della salute pubblica e dell’ambiente che va, indubbiamente, contemperata col bisogno di assicurare un ciclo virtuoso dei rifiuti capace di garantire un servizio preciso e di buon livello».

Il vicesindaco Carmelo Versace si è detto «molto soddisfatto» del confronto avuto con i consiglieri, i cui interventi «hanno arricchito un dibattito rispetto al quale serve il contributo di tutti i rappresentanti delle aree omogenee della Città Metropolitana». «La mia intenzione – ha specificato – è quella di affrontare un approfondimento allargato al contributo di tutte le forze politiche, certo che serva l’impegno concreto di ogni attore istituzionale coinvolto in quella che può definirsi, a ragion veduta, una partita di vitale importanza per i cittadini».

«Anche gli studi, quindi – ha concluso Versace – andranno avanti per scongiurare fino al minimo rischio, nella convinzione che qualsiasi opera non può certo prescindere dal principio dell’assoluta sicurezza».

Ospite dell’iniziativa promossa dai Comuni dell’area grecanica con l’Università Mediterranea il rappresentante della Città Metropolitana ha richiamato la necessità di mettere in campo azioni di sistema in grado di valorizzare tutta l’area

“Non è tanto importante la quantità di fondi a disposizione da spendere, ma la qualità dei progetti e degli investimenti. Oggi siamo di fronte ad un’opportunità storica per il nostro territorio. Dobbiamo raccogliere questa sfida mettendo a sistema le migliori risorse e le tante eccellenze della nostra terra. In questo senso la Città Metropolitana ha lavorato negli ultimi mesi, operando, anche in sinergia con i sindaci dei Comuni del nostro territorio, per farsi trovare pronta a questo appuntamento che finalmente è arrivato. E’ fondamentale in questo quadro comprendere che non deve prevalere una logica campanilistica, ma un progetto d’insieme capace di valorizzare tutti i territori. Le risorse dei singoli comuni, le eccellenze da valorizzare, vanno assolutamente messe a sistema. Altrimenti si rischia di programmare investimenti meno efficaci che rimangono fini a se stessi e non rispondono a quella logica di sviluppo di ampio respiro che stiamo promuovendo in tutti i settori”.  Lo ha detto il Sindaco ff della Città Metropolitana di Reggio Calabria Carmelo Versace nel corso del suo intervento all’incontro “Verso una strategia di sistema per lo sviluppo dell’area grecanica” tenutosi quest’oggi presso l’Access point dell’Area Grecanica di Roghudi.

Al convegno, insieme al rappresentante della Città Metropolitana, hanno preso parte il promotori dell’iniziativa, il Sindaco di Roghudi e presidente dell’Associazione dei Comuni dell’area grecanica, Pierpaolo Zavettieri,  il Rettore dell’Università Mediterranea, Santo Marcello Zimbone, il Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, e il Presidente dell’Ente Parco Nazionale, Leo Autellitano. Presenti anche i sindaci e amministratori di tutti i Comuni dell’area. Un incontro che è servito a fare il punto sulle strategie di sviluppo condivise per il territorio dell’area grecanica, una delle aree geografiche di maggior pregio del comprensorio metropolitano, con un focus specifico all’interazione tra l’Associazione dei Comuni e l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, protagoniste di una sinergia istituzionale che ha già prodotto numerosi frutti in termini di studio e programmazione per lo sviluppo del basso Jonio reggino.

“Ringrazio gli organizzatori di quest’assise – ha dichiarato ancora Versace – trovo davvero pertinente il ruolo sinergico instaurato dai Comuni di quest’area con l’Università Mediterranea alla quale sono  peraltro profondamente legato per il mio percorso formativo. Credo sia un momento di confronto davvero importante, perchè consente di mettere al tavolo i diversi attori istituzionali coinvolti ed aprire un dialogo già operativo sul tema della programmazione dei fondi del Pnrr”.

“Un tema centrale – ha poi aggiunto Versace – è certamente quello delle infrastrutture da dedicare mobilità e dei trasporti. La cabina di regia per la spesa dei fondi del Pnrr deve essere un’eccellenza del nostro territorio, in grado di coinvolgere professionisti di alto livello e diventare un fulcro della programmazione su tutti i settori. Altrimenti il rischio è quello di non riuscire a stare dietro alle scadenze che abbiamo da qui alle prossime settimane. Il nostro obiettivo è quello di proporre le peculiarità del nostro territorio in un contesto più ampio, sul piano nazionale ed internazionale. Su questo stiamo avendo anche buoni risultati e dobbiamo essere capaci di osare un po’ di più. Ed in questo senso fondamentale sarà la sinergia che stiamo mettendo in campo con tutti gli enti coinvolti”.

Nell’ambito dell’operazione denominata “Cavallo di Troia”, la Guardia di Finanza di Torino ha eseguito nelle provincie di Torino, Asti e Reggio Calabria,un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due soggetti, nonché il provvedimento di sequestro preventivo, per 2,5 milioni di euro, a firma del Gip, emesso, a carico di 8 persone (una delle quali, allo stato, irreperibile) tutte ritenute responsabili, a vario titolo, di reati fiscali, fallimentari – aggravati dall’agevolazione mafiosa – e, per due di loro, anche di concorso nell’associazione mafiosa denominata “ndrangheta”. L’indagine ha consentito di individuare tre società operanti nel settore edilizio, ritenute essere poste al servizio di esponenti della ‘ndrina Bonavota, radicata nel territorio di Carmagnola (TO) e collegata all’omonima cosca calabrese. Più in dettaglio, lo sviluppo di risultanze investigative emerse nell’ambito dall’operazione “Carminius”, condotta nel 2019 dal medesimo Reparto del Corpo, ha permesso di disvelare collegamenti tra coloro che gestivano, in concreto, le citate imprese ed i membri del sodalizio ‘ndranghetista. Sulla base del quadro accusatorio delineatosi nel corso delle investigazioni, allo stato in fase di indagini preliminari e fatte salve le successive valutazioni di merito, gli indagati risulterebbero aver gestito le suddette imprese, anche tramite l’utilizzo di prestanome, forti dell’appoggio fornito loro dalla cosca in grado di garantire importanti commesse per la realizzazione di opere nonché la “protezione” in caso di difficoltà. Gli stessi, abbattendo fittiziamente i debiti tributari e previdenziali, avrebbero attuato, altresì, una sorta di doping fiscale, risultando così avvantaggiati rispetto alla concorrenza delle aziende operanti nei medesimi settori. L’operazione delle Fiamme Gialle avrebbe consentito, inoltre, di delineare un modus operandi connotato da continuative e sistematiche condotte caratterizzate dal depauperamento dei patrimoni aziendali, lasciando da un lato le imprese in una situazione di completa spoliazione delle risorse, anche destinate al pagamento di stipendi e contributi dei dipendenti e, dall’altro, destinando parte dei profitti dei reati perpetrati alla criminalità organizzata. Tra i destinatari dei sequestri patrimoniali figurano anche due professionisti, uno dei quali – ristretto in carcere – avrebbe agito, di fatto, quale referente tecnico per l’attuazione dei meccanismi di frode. Lo stesso, in tutto e per tutto asservito a logiche delinquenziali, avrebbe falsamente asseverato le dichiarazioni fiscali relative agli anni dal 2014 al 2017, apponendo visti di conformità al di fuori di ogni abilitazione formale e nella radicale mancanza di qualsivoglia documentazione idonea a giustificare, sostanzialmente, i dati indicati nelle dichiarazioni. È stato possibile, in tal modo, realizzare un articolato sistema di evasione fiscale, protratto fino al 2019, mediante l’impiego di crediti Iva inesistenti utilizzati per compensare, indebitamente, gli oneri previdenziali derivanti dall’utilizzo di lavoratori dipendenti, per un valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro.

La Traviata di Giuseppe Verdi tra gli eterni capolavori esplorati e interpretati dal gruppo Lirico Hsato, formato da cantanti italiani e giapponesi e protagonista del prossimo appuntamento della rassegna Synergia 46. Sabato 18 dicembre alle ore 21:15, nella cornice dell’auditorium della casa della Cultura Leonida Repaci di Palmi, il gruppo Lirico Hsato eseguirà, infatti, la celebre opera verdiana, nel solco della suggestione secondo la quale “Anche in Giappone amano Giuseppe Verdi”.

L’evento, promosso dall’associazione Amici della Musica Nicola Antonio Manfroce, presieduta da Antonio Gargano e cofinanziata nell’ambito dell’avviso pubblico Promozione Eventi Culturali della Regione Calabria, si pregerà della partecipazione della pianista Hiroko Sato, maestro concertatore e direttrice artistica del gruppo.

Ecco gli interpreti e i personaggi: Naho Yokoyama (Violetta Valéry); Daniele De Prosperi (Alfredo Germont); Carlo Alberto Gioja (Giorgio Germont); Angela Mariotti (Flora Bervoix Annina) Angelo Michele Mazza (Dottor Grenvil Barone Douphol).

Hiroko Sato, nata a Tokio, ha studiato con Yoko Sukegawa, laureandosi in pianoforte con il massimo dei voti presso l’Università Tamagawa Gakuen di Tokio e frequentando i corsi di collaborazione pianistica nel repertorio lirico del Maestro Alberto Leone presso il Conservatorio Daito di Tokio. Nell’ambito degli scambi culturali Italia – Giappone, ha vinto una borsa di studio per proseguire la formazione professionale in Italia dove si è diplomata con il massimo dei voti al conservatorio Ottorino Respighi di Latina. Attualmente risiede a Roma dove studia. È docente e collaboratrice pianistica per le classi di canto, creazione e strumenti presso l’Accademia Aida. Svolge la sua attività professionale quale collaboratore sia in Italia che all’Estero con solisti, festival e concorsi internazionali di canto, tra cui il Vissi d’Arte, il Giacomo Lauri Volpi, e l’Internazionale di Abruzzo. Ha registrato per le reti radiofoniche italiane e giapponesi.

Naho Yokoyama è nata in Giappone nel 1979 e si è formata presso la Università d’Arte di Nagoya, approfondendo anche il movimento scenico con lo studio della danza classica con Tomomi Satou. Dal 2010 si divide tra il Giappone e Roma dove si è perfezionata in canto lirico con il maestro Gioacchino Gitto. Si è esibita presso importanti teatri e prestigiose istituzioni culturali italiane e giapponesi. Interpretando Violetta ne La Traviata di Giuseppe Verdi, Barbarina e la Contessa ne Le Nozze di Figaro di Wonfgang Amedeus Mozart, Giannetta nell’Elisir d’Amore di Gaetano Donizetti e Cho Cho San in Madame Butterfly di Giacomo Puccini.

Oggi presso la libreria Mondadori di Reggio Calabria si è tenuta la presentazione del libro “Complici e Colpevoli – Come il Nord ha aperto le porte alla ‘Ndrangheta” scritto da Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, attraverso i quali hanno descritto l’evoluzione della criminalità organizzata che, oggi più di prima, ha smesso di servirsi delle armi, bensì ha acquisito la capacità di muoversi sottotraccia, senza suscitare clamore o allarme, dilagando, apparentemente senza freni.

«La gente ci descrive come fossimo dei mostri, delle persone senza scrupoli, come se ammazzassimo la gente così a caso. Non è vero. Sappiamo farlo quando serve. Io so essere cattivo, quando serve. Se non serve faccio la persona normale.» – Queste parole, pronunciate da un boss calabrese e intercettate dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, sono rappresentative della strategia che da almeno sessant’anni le mafie mettono in campo per infiltrarsi in maniera sempre più capillare nel tessuto socio-economico del nostro Paese.

In Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte, così come in Valle d’Aosta, Liguria e Trentino, le mafie raramente sono giunte con le armi in pugno. Si sono piuttosto presentate con il volto rassicurante di figure professionali in grado di offrire servizi e soluzioni a basso costo, a partire dallo smaltimento dei rifiuti fino a una sorta di welfare di prossimità, più efficace rispetto a quello spesso carente dello Stato.

Come ben evidenziano Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, si tratta di un fenomeno che ormai non si può più ignorare nella sua incontestabile pervasività: i 46 «locali» di ‘ndrangheta finora scoperti al Nord, i 5 consigli comunali sciolti per infiltrazioni mafiose e le 169.870 imprese riconducibili a contesti di criminalità organizzata dimostrano che nessuna zona d’Italia può ritenersi impermeabile alla penetrazione dei clan. Per troppo tempo si è voluto credere alla «metafora del contagio», come se le mafie fossero un virus che infettava territori sani. Tutt’altro. Nelle nuove realtà in cui dettano legge, hanno goduto di una lunga e colpevole sottovalutazione da parte sia del mondo imprenditoriale sia di quello politico, che hanno troppo spesso aperto loro le porte finendo per giustificarne la condotta e diventarne consapevoli complici in nome del denaro e del potere.

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