Muffa nei cibi: a volte è causa d'intossicazioni, in altri casi è solo un piacere per il palato. Ecco come riconoscerla - HuffPost Italia

2022-09-30 18:05:38 By : Mr. Eric Hua

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Vi è capitato di aprire il frigo e sentite un cattivo odore, oppure prendete il pane e vedete che si è formata una patina bianca e verde? Ecco, quella è la muffa. Si tratta di un fungo che si sviluppa negli alimenti quando non sono più freschi, si sviluppa in ambienti umidi o in cibi esposti all’aria. La muffa può formarsi in ogni tipo di cibo e superficie perché è un fungo che può provocare, in alcuni alimenti, intossicazioni. Ma non sempre la muffa è nociva: in alcuni alimenti diventa prelibatezza per il palato.

In quali cibi fa male la muffa e perché?

Se trovate delle macchie bianche e verdi sul pane gettatelo, a meno che non si tratti di una minima parte. In ogni caso evitate di gettare solo la parte che vedete ammuffita perché al di sotto si è sviluppato un fungo invisibile ad occhio nudo. La parte dov’è visibile la muffa è solo la punta dell’iceberg.

Come ha spiegato Marianne H. Gravely, ricercatrice al dipartimento di agricoltura per la sicurezza e controllo alimentare negli Stati Uniti al New York Times, i germi e i batteri che compongono la muffa s’insidiano nella mollica senza lasciare segni evidenti e gli effetti che si manifestano nella nostra salute non sono da sottovalutare.

La muffa nel pane, nella carne e ancor di più nelle arachidi, nella frutta a guscio e nel granoturco può generare problemi respiratori e nei casi più gravi persino tumori al fegato. A scatenare questi effetti è l’aflatossine, una tossina che si forma quando i cibi vengono conservati in ambienti caldi e umidi, si può sviluppare anche durante la raccolta e lo stoccaggio dei cereali.

Quando il fungo si forma nei formaggi freschi, nel latte, nelle salse, nella frutta e nella verdura morbida (fragole, pomodori, banane), non abbiate dubbi: buttate l’alimento. La muffa si espande più facilmente nei cibi umidi o densi.

Non tutte le muffe vengono per nuocere: alcuni prodotti come il gorgonzola o il roquefort hanno fatto della muffa la propria prelibatezza caratteristica. Nei formaggi morbidi, come ad esempio il pecorino, o negli insaccati basta rimuovere la buccia che li protegge per evitare gli effetti collaterali del fungo.

Anche alcuni frutti e la verdura si salvano dalla pattumiera quando non sono più freschissimi. Nel caso di mele, pere, zucchine o carote è sufficiente rimuovere la parte ammuffita e mangiare il resto senza timori perché si tratta di alimenti con una superficie solida e dura dove il fungo impiega più tempo a penetrare e ammuffire l’alimento. Lo stesso vale per le marmellate: una volta rimossa parte superficiale, la confettura può essere mangiata senza problemi.

È consigliato mettere l’alimento in un sacchetto di plastica chiuso e gettarlo in una pattumiera con il coperchio. È molto importante pulire con un sapone antibatterico o aceto l’area in cui l’alimento ha iniziato il processo di deterioramento e controllare i cibi vicini perché la muffa si diffonde sia attraverso l’aria che da una superfice di contatto. Attenzione a non annusare i cibi contaminati: la muffa s’infiltra facilmente e odorare l’alimento fa male tanto quanto mangiarla.

Per evitare la formazione della muffa negli alimenti è consigliabile tenere puliti i luoghi di conservazione del cibo, frigorifero, dispense e panieri. Se non volete usare troppo spesso detersivi o disinfettanti potete alternare la pulizia con l’aceto (uno sgrassatore e antibatterico naturale molto efficace).

Come si forma la muffa?

Lo sbalzo di temperatura può velocizzare il deterioramento degli alimenti: cibi che devono essere conservati in frigo è bene che non passino più di due ore a temperatura ambiente, soprattutto nella stagione estiva.

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