Vitalizio a Formigoni e Del Turco, ok dal Senato. Hanno diritto alla pensione - La Stampa

2021-10-22 09:30:59 By : Ms. Sharon Xu

La Commissione Contenzioso di Palazzo Madama annulla la revoca dopo il ricorso presentato dall'ex governatore lombardo e la decisione dovrebbe avere valore erga omnes, includendo anche il caso dell'ex sindacalista

Per legge Roberto Formigoni ha diritto alla pensione. La decisione è stata presa dalla Commissione Contenzioso del Senato, presieduta dall'italiano Giacomo Caliendo, che ha accolto il ricorso dell'ex governatore lombardo.

L'organismo guidato dall'ex sottosegretario alla Giustizia, ha annullato la cosiddetta delibera Grasso e la sua decisione non riguarderebbe solo Formigoni, ma avrebbe un valore erga omnes, includendo anche il caso di Ottaviano Del Turco, che potrebbe così "recuperare" il rendita sospesa. 

Dura la reazione degli esponenti del M5S (nell'organo parlamentare c'è Alessandra Riccardi, eletta dal M5S ma poi passata alla Lega). “Una vergogna senza precedenti” grida la vicepresidente del Senato Paola Taverna: “Gli italiani che lavorano ogni giorno e cercano di arrivare a fine mese ringraziano di cuore Caliendo, Pillon e Riccardi che hanno detto sì alla pensione-vita per il condannato Formigoni”. L'ex viceministro Stefano Buffagni è ancora più duro: "Che schifo".

Formigoni: dall'inchiesta alla rendita recuperata I problemi con la giustizia di Roberto Formigoni, ex parlamentare ed ex presidente della Regione Lombardia, risalgono all'aprile 2012 quando scoppiò il caso Maugeri, una delle eccellenze della sanità lombarda. La Procura di Milano ha disposto l'arresto di cinque persone, accusate di aver sottratto 56 milioni di euro dalle casse della Fondazione Maugeri. Tra gli arrestati anche l'imprenditore Pierangelo Daccò, amico di un amico di Formigoni e uomo vicino a Comunione e Liberazione, di cui fa parte l'allora presidente della Lombardia. L'inchiesta si allarga fino a coinvolgere anche il San Raffaele.

Il processo si apre il 6 maggio 2014: secondo la procura di Milano sui conti delle società Daccò sarebbero confluiti dei soldi, che avrebbero garantito a Roberto Formigoni circa 8 milioni di euro in contanti, viaggi e disponibilità di tre yacht. In cambio Formigoni avrebbe favorito Maugeri e San Raffaele garantendo rimborsi indebiti. I pm chiedono 9 anni di carcere per Formigoni, accusato di associazione a delinquere e corruzione. La sentenza arriva nel dicembre 2016 con la condanna a 6 anni di reclusione.

Pena aggravata dalla Corte d'Appello di Milano a 7 anni e 6 mesi. Poi la sentenza definitiva del 21 febbraio 2019 con la sentenza della Corte di Cassazione che condanna Formigoni a 5 anni e 10 mesi, con una leggera riduzione della pena per prescrizione. È stato detenuto nel carcere di Bollate dal 22 febbraio al 22 luglio 2019, quando gli è stata concessa la detenzione domiciliare, in quanto ultrasettantenne, come richiesto dalla difesa. Infine, oggi, la Commissione Contenzioso del Senato ha dato ragione a Roberto Formigoni, che aveva presentato ricorso contro la sospensione del suo vitalizio dopo la sentenza definitiva: lo riavrà.

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