Davide Manzoni, il runner che raccoglie la plastica abbandonata, mentre corre.
Si allena lungo via Varra Inferiore o ai boschi di Carrega. All’apparenza un runner qualsiasi fino a quando estrae un sacchetto giallo, accosta verso il ciglio e raccoglie i rifiuti abbandonati da persone incivili lungo la strada: bottigliette di plastica, sacchetti di sigarette, pellicole accartocciate, cartacce. Le infila nel sacchetto e poi riprende la sua corsa. È una missione quella che si è dato, sostenuta da un’attenzione e una sensibilità davvero spiccate verso l’ambiente.
Dirigente della Davines, 60 anni, originario del lago di Garda, da più di dieci ha maturato la convinzione che sia necessario salvare il nostro pianeta, anche attraverso piccoli gesti e l’impegno quotidiano. «Raccogliere la plastica abbandonata – spiega – fa parte, in particolare per uno come me che ama lo sport, di due tipi di azione: la prima stare bene con se stessi e la seconda fare del nostro meglio per rendere il nostro Bel Paese un posto vivibile per i nostri figli perché in realtà stiamo facendo l’esatto contrario. Ci sono persone che gettano la plastica ovunque anche nei luoghi più belli, lungo le strade. Questo perché c’è gente che considera l’esterno della propria casa una sorta di pattumiera. Credo che sia finito il tempo del dire ma che sia il tempo del fare».
«Un invito che estendo a tutti: portatevi una sacchetto e raccogliete la plastica che trovate in giro, alla fine avrremo reso un po’ più bello il posto in cui viviamo».
collecchio , runner ecologista , Davide Manzoni
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